(Interbrand ha pubblicato la prima classifica dei marchi italiani globali a più alto valore economico.)
Non siamo gli States o il Giappone, ma nemmeno la Germania, l'Inghilterra, la Finlandia, l'Olanda... In molti Paesi i brand tecnologici - da Apple a Canon, da SAP a Vodafone, da Nokia a Philips – dominano la scena industriale e commerciale. In Italia si distinguono per la loro assenza. E' quanto rivela Interbrand, società specializzata in brand consultancy, che ha in questi giorni presentato la prima classifica dei 10 brand italiani globali a più alto valore economico.
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Non siamo gli States o il Giappone, ma nemmeno la Germania, l'Inghilterra, la Finlandia, l'Olanda... In molti Paesi i brand tecnologici - da Apple a Canon, da SAP a Vodafone, da Nokia a Philips – dominano la scena industriale e commerciale. In Italia si distinguono per la loro assenza. E' quanto rivela Interbrand, società specializzata in brand consultancy, che ha in questi giorni presentato la prima classifica dei 10 brand italiani globali a più alto valore economico.
Di Interbrand è famosa la classifica 'Top 100 Best Global Brands', che valuta i cento marchi più importanti a livello mondiale. L'edizione 2008 di questa classifica ha visto trionfare ancora una volta Coca-Cola, seguita da due marchi tecnologici: al secondo posto IBM e al terzo Microsoft. Prima europea Nokia, ovvero un altro brand tecnologico, in quinta piazza. Ora Interbrand ha voluto esaminare nel dettaglio il nostro Paese, prendendo in considerazione esclusivamente i brand italiani globali, vale a dire quelli con una significativa presenza e riconoscibilità in tutto il mondo.
Ebbene, la classifica italiana ha messo in risalto la capacità di esportare in tutto il mondo di brand che rappresentano stile e creatività, ma nel contempo ha confermato la difficoltà nel produrre realtà globali nell’ambito delle nuove tecnologie. Lo studio infatti non include alcun marchio del comparto tecnologia sia esso hardware, software, B2B o B2C. I primi dieci brand sono infatti Gucci, Prada, Ferrari, Armani, Bulgari, Dolce & Gabbana, Diesel, Geox, Pirelli e Benetton. Gli unici industriali sono Ferrari e Pirelli, che nel loro ramo rappresentano sicuramente il massimo della tecnologia, ma che non possono essere ricondotti al comparto delle nuove tecnologie.
“La classifica è un’interessante fotografia della realtà economica e imprenditoriale italiana”, spiega Manfredi Ricca, business director della sede italiana di Interbrand. “Da un lato, la presenza di brand che rappresentano unicità, stile e creatività, secondo una tradizione che ha profonde radici nella nostra stessa storia e nella nostra identità culturale. Un patrimonio che il mondo ci invidia. Dall’altro lato, l’assenza di brand globali in altri settori, come per esempio le nuove tecnologie. Sicuramente si tratta di ambiti in cui siamo meno competitivi, per motivi storici e alcune carenze strutturali; esistono tuttavia anche casi di eccellenza relativamente nascosti, per i quali investire nel brand può rappresentare un’opportunità di crescita e consolidamento. Numerosi esempi stranieri - da Microsoft ad Apple, da SAP a Google - mostrano infatti come in ambito tecnologico il brand possa rappresentare un asset essenziale.”
Tecnicamente, il valore del brand, espresso in termini monetari, è dato dal valore attuale netto (VAN o NPV) dei flussi economici che ci si attende che il brand generi in futuro, scontati per un tasso in grado di rifletterne il grado di rischio. Le valutazioni che appaiono nella classifica dei brand italiani globali a maggior valore economico fanno riferimento alle condizioni di utilizzo attuali dei brand da parte degli attuali proprietari. Non rappresentano pertanto necessariamente il valore di cessione di tali brand, precisa Interbrand.